INFORMAZIONI - Il sonno e i suoi meccanismi | |
Scritto da Dott. Alessio Penzo | |
ATTIVITA’ MOTORIA DURANTE IL SONNO
Dalle ricerche è emerso che l’attività motoria durante il sonno Non REM si riduce sensibilmente in proporzione all’aumentare della profondità del sonno. Durante la fase REM si evidenzia una drastica riduzione dei grossi movimenti posturali, ma si nota anche un incremento nella frequenza dei piccoli movimenti distali nonché la presenza di brevi e transienti salve o burst (scatti) di attivazione motoria (o mioclonie) che insieme ai movimenti oculari rapidi costituiscono gli unici elementi di attivazione motoria in uno stadio caratterizzato per il resto dalla più completa atonia muscolare. Si ha così una maggiore attivazione motoria durante la fase NREM e nelle transizioni REM-NREM, mentre i periodi di maggiore inattività coincidono con la discesa negli strati più profondi del sonno NREM e durante la fase REM, quest’ultima disturbata solo da brevi burst. Riguardo ai pattern motori osservati si fa una distinzione tra:
- Movimenti posturali = che interessano tutto il corpo. - Movimenti organizzati = quelli finalizzati, come quelli per allontanare qualcosa. - Piccoli movimenti = che interessano isolatamente arti o testa. - Mioclonie = contrazioni muscolari brusche e involontarie.
Il numero totale di movimenti per notte è una caratteristica individuale stabile ancor più della percentuale di sonno REM e di stadio 4. I metodi più usati per lo studio dell’attività motoria durante il sonno sono: lo SCSB, la videoregistrazione, la videopolisonnografia e l’attigrafia.
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